Da non perdere ad Ischia

Spiagge

A differenza delle altre isole del Golfo di Napoli, Ischia è praticamente incorniciata dalle spiagge, pur offrendo anche angoli di costa a picco decisamente suggestivi. La più grande è quella dei Maronti, che tocca da un capo all’altro ben due Comuni dell’Isola (Barano d’Ischia e Serrara Fontana) e si estende fino a ridosso del promontorio di Sant’Angelo, quest’ultimo con alcuni piccole spiaggette circostanti. Molto belle anche Citara (nel Comune di Forio) e Cava dell’Isola (sempre a Forio, la spiaggia preferita dai giovanissimi), nonché San Montano e la sua incantevole baia (Lacco Ameno) e la Spiaggia dei Pescatori (Ischia), che si estende dalla zona del Miramare e Castello fino al litorale di San Pietro, passando per Punta Molino e il Lido d’Ischia. Non vanno dimenticate le spiagge di San Francesco e della Chiaia (Forio), Cartaromana (Ischia) e Sorgeto (Forio) con le loro caratteristiche conche d’acqua calda fruibili anche d’inverno e il litorale compreso tra Casamicciola Terme e Lacco Ameno, con vari stabilimenti sia in arenile che in pedana.

Parchi Termali

I parchi termali sono una delle principali attrattive dell’isola d’Ischia, che esaltano nel migliore dei modi l’unicità e la varietà delle sue acque, offrendo contesti paesaggistici e naturalistici dal fascino più unico che raro e tutti praticamente sul mare. Non è un caso, infatti, che l’isola d’Ischia sia l’unica località al mondo laddove esistano fonti termali così vicine al mare. Il primo parco termale dell’Isola, nonché il più grande, è il Poseidon, che si trova a Forio presso la spiaggia di Citara. Da visitare anche il Negombo (a Lacco Ameno, sulla spiaggia di San Montano) con il suo tipico sviluppo a balze, il Castiglione (a metà strada tra Ischia e Casamicciola Terme), unico ad avere anche una ricettività alberghiera, e il Tropical (a Sant’ Angelo).

Monti, boschi e crateri

La vetta più alta dell’isola d’Ischia è il Monte Epomeo, che si staglia a 789 metri s.l.m.. Tutt’intorno, esistono ancora ampi ed incontaminati boschi tipicamente mediterranei, al cui interno è stata sviluppata un’agevole sentieristica che consente di poterli scoprire palmo a palmo. E per gli esperti di mountain bike, attraversarli fino a valle dopo un giro dell’isola da 33 km di periplo è roba da intenditori! Unico quanto divertente, pensare di poter passare da un capo all’altro senza per questo toccare strade carrabili. Ecco, quindi, la possibilità di partire, ad esempio, dalle colline di Campagnano, salendo per Piano Liguori e Monte Vezzi, ammirando panorami mozzafiato tra cielo e mare, scendendo verso i Maronti e risalendo poi per la Iesca, i Pizzi Bianchi e ricollegandosi a Serrara fin su all’Epomeo, per poi decidere se ritornare sui propri passi o discendere lungo i versanti di Forio, tra Lacco Ameno e Casamicciola, o Barano.

I Pizzi Bianchi

I Pizzi Bianchi rappresentano un paesaggio un po’ catartico, quasi lunare, caratterizzato da queste rocce a punta il cui colore è, per la realtà geo-morfologica ischitana, atipicamente bianco. Abbiamo dedicato una sezione a parte a questo autentico “luogo dell’anima”, a metà strada tra cielo e mare, proprio per la sua assoluta unicità rispetto al resto delle eccellenze naturalistiche dell’Isola d’Ischia. Vi si giunge dal Comune di Serrara Fontana, in particolare da una stradina nel quartiere Noia: inutile dirlo, rigorosamente a piedi e con scarpe comode e adatte al trekking.

Il tufo verde

Tutti pensano che l’appellativo di “isola verde” derivi dalla rigogliosa vegetazione mediterranea di cui gode l’isola d’Ischia e che comprende, manco a dirlo, specie rarissime e protette, quali ad esempio il papiro selvatico delle fumarole (cyperus polystachyus) e la felce bulbilifera arborea (woodwardia radicans). Va invece ricordato che è la tipica pietra di tufo verde, reperibile quasi esclusivamente ad Ischia e in particolare nel suo versante nord-occidentale, a generare tale appellativo, così come riconosciuto dallo studioso Giuseppe D’Ascia nella sua “Storia dell’Isola d’Ischia”.

I fondali

Un mare pulito, generoso e invidiabile, quello di Ischia, che alterna colorazioni diverse secondo il punto in cui si ormeggia o ci si immerge, ma mai povero di emozioni per chi ama il cosiddetto universo blu. Tutelato dall’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, i fondali di Ischia vantano una biodiversità più unica che rara, con almeno novanta specie ittiche diverse, alcuni rari coralli ed una delle più ampie praterie di Posidonia Oceanica di tutto il Mediterraneo. E come se non bastasse, nella Baia di Sant’Anna, a Ischia Ponte, è possibile ammirare, sia in immersione sia con barche carenate a specchio, l’antica città sommersa di Aenaria.

I bei giardini

Gli amanti della botanica non possono privarsi di una visita in questi due habitat ideali per loro: i Giardini Ravino, a Forio, sono un parco botanico di acclimatazione, che raccoglie in 6.000 mq la più vasta e varia collezione europea di piante succulente, incorniciata dall'esuberante flora mediterranea, con oltre quattrocento specie vegetali. I Giardini “La Mortella”, sempre a Forio, rappresentano invece uno dei più bei giardini privati d’Europa, una sorta di capolavoro unico fatto di migliaia di fiori e piante rare ed esotiche. Una visita ad entrambi ve la consigliamo senza indugio.

Il Castello Aragonese

Il Castello Aragonese è il simbolo indiscutibile dell’intera isola d’Ischia, oltre a rappresentare il suo primo biglietto da visita per chi la raggiunge via mare. Con i suoi panorami mozzafiato, ma soprattutto con un patrimonio storico-culturale di assoluto prestigio, è una tappa d’obbligo per chiunque visiti l’Isola d’Ischia. Situato ad Ischia Ponte, consta di due distinti itinerari, accessibili attraverso il medesimo ingresso principale, che si snodano poi autonomamente una volta raggiunto il nucleo centrale, in ascensore o a piedi lungo l’antico percorso in basolato.

Villa Arbusto e gli Scavi

Questi due luoghi, entrambi situati a Lacco Ameno, rappresentano la più importante testimonianza delle origini dell’isola d’Ischia, documentatamente risalenti all’VIII secolo a.C., quando i Greci di Eubea elessero questa terra quale loro prima colonia d’occidente. Il ritrovamento da parte del geologo Paul Buchner dell’antica Coppa di Nestore nel corso dei suoi scavi in località Montevico, consente oggi ogni certezza sull’importanza storica dei reperti conservati nel Museo di Villa Arbusto e negli antichi Scavi sottostanti la Basilica di Santa Restituta (questi ultimi, purtroppo, sono ancora inagibili e si spera che possano essere presto riaperti al pubblico).